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I Violini di Santa Vittoria

Davide Bizzarri - primo violino, Orfeo Bossini - secondo violino, Roberto Mattioli - terzo violino, Ciro Chiapponi - viola, Fabio Uliano Grasselli - contrabbasso

Nei primi decenni dell'Ottocento si diffondono nelle campagne emiliane nuovi balli di origine popolare. Sono il valzer, la mazurca, la polca. Musiche che arrivano da lontano e che subito innestano le loro melodie, i ritmi, e soprattutto un nuovo modo di fare musica, sul tronco di una cultura arcaica e contadina. Nasce il liscio e a Santa Vittoria di Gualtieri (RE) questa nuova tradizione musicale prende la forma di un fenomeno unico nel suo genere. Si suona con gli strumenti ad arco, in piccoli gruppi orchestrali di cinque elementi che prendono vita quasi in ogni famiglia. Sul finire del secolo questo piccolo borgo ha già assunto i contorni della leggenda, diventando nella grassa immaginazione degli uomini della bassa il Paese dei Cento Violini.

 

I VIOLINI DI SANTA VITTORIA sono gli unici rappresentanti di questa memoria musicale. Nascono nel 2001, come parte musicale di un più ampio progetto di recupero storico del ballo liscio reggiano. Tra le loro più importanti partecipazioni sono da segnalare quelle ai seguenti festival e/o rassegne:

L’Altro Suono 2007 (San Possidonio, MO), Paleariza 2008 (Bova Superiore, RC), Suoni di Terra 2008 (Sant’Agata de’ Goti, BN), Stagione Concertistica del Teatro Comunale di Carpi 2009 (Carpi, MO), L’Opera Galleggiante 2009 (Spineda, CR), Tracce di Teatro d’Autore 2010 (San Pietro in Casale, BO), I Suoni delle Dolomiti 2010 (Molveno, TN), Anteprima Mito Settembre Musica 2011 (Milano), Festival EstEuropaOvest 2012 (Potenza Picena, MC), Villa Ada, Roma Incontra il Mondo 2013 (Roma) Acque&Terre Festival 2013 (Gavardo, BS), Ravenna Festival 2013 (Ravenna); Itinerari Folk Festival 2013 (Trento). Dal 2007 ad oggi, collaborano con Riccardo Tesi nel progetto Osteria del Fojonco.

 

 

LO SPETTACOLO

Le maggior parte delle musiche eseguite, tutte originali, appartengono alla famiglia Bagnoli, una delle più importanti e rappresentative della storia di Santa Vittoria. Sono valzer, mazurche, polche, tanghi, e one step, scritti tra gli anni venti e trenta del Novecento, ricostruiti come testimonianza del gusto musicale di un’epoca. Un lavoro di arrangiamento che è servito a ridar vita a musiche dimenticate, nel rispetto della loro originaria freschezza. Lo spettacolo si arricchisce anche di un tessuto narrativo che introduce e accompagna passo passo lo spettatore all’interno della vicenda storica. In una sorta di omaggio ai filò di stalla viene snodata la memoria di una terra che non è soltanto uno spazio geografico ma anche e soprattutto un pezzo di cultura del nostro Paese.

 

 

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